Su patriottu sardu a sos feudatarios è un canto composto da Francesco Ignazio Mannu, in seguito alla sommossa dei vespri sardi del 28 aprile 1794. Rivolta che costrinse alla fuga da Cagliari il viceré Vincenzo Balbiano e i funzionari sabaudi. E che nei mesi successivi, si diffuse in tutta l’Isola, dove i contadini si ribellarono alla pesante oppressione fiscale operata dai nobili, proprietari della maggior parte dei terreni agricoli.
Quegli avvenimenti vengono ricordati ogni 28 aprile con Sa die de sa Sardigna (il giorno della Sardegna). Una festività in cui si commemorano i Sardi che lottarono insieme per la libertà, che si comportarono come un solo popolo e che ci ricorda che la lotta per una Sardegna migliore non finisce mai.
Francesco Ignazio Mannu è stato un magistrato del Regno di Sardegna. Egli partecipò attivamente alla cacciata dei Piemontesi da Cagliari. La scelta di stare a fianco degli oppressi, non creò gravi conseguenze a Mannu, contrariamente ad Angioy che fu costretto alla fuga.

Il canto è meglio conosciuto per le parole di introduzione: Procurade de moderare. Un invito da parte dei contadini ai feudatari a moderare gli abusi, altrimenti la ribellione non sarebbe cessata.
È una poesia scritta in ottave. L’intero testo è composto da 42 strofe per 376 versi complessivi. Di seguito pubblichiamo una parte del canto (con traduzione in italiano).
Il 28 aprile 2018, l’Assemblea del Consiglio regionale, ha adottato Su patriottu sardu a sos feudatarios come inno ufficiale della Sardegna.
Su patriottu sardu a sos feudatarios (Il patriota sardo ai feudatari)
Procurade de moderare (Cercate di moderare)
Barones, sa tirannia (Padroni, la vostra tirannia )
Chi si no, pro vida mia, (Altrimenti a costo della mia vita)
Torrades a pés in terra (Abbasserete la cresta)
Decrarada est giaj sa gherra (È stata già dichiarata la guerra)
Contra de sa prepotentzia (Contro la prepotenza)
Incomintzat sa passentzia (La pazienza incomincia)
In su pobulu a mancare (Nel popolo a mancare)
Mirade ch’est pesende (Attenti che sta divampando)
Contra de bois su fogu (Contro di voi il fuoco)
Mirade chi no est giogu (Attenti che non è un gioco)
Chi sa cosa andat ‘e veras (Che quanto sta per accadere è vero)
Mirade chi sas aeras (Attenti che il cielo)
Minetan su temporale (Minaccia temporale)
Zente cunsizzada male (Gente mal consigliata)
Iscurtade sa ‘oghe mia (Ascoltate le mie parole)
No apprettedas s’isprone (Non incitare con lo sprone)
A su poveru ronzinu, (il povero ronzino)
Si no in mesu caminu (Altrimenti durante il cammino)
S’arrempellat appuradu; (si impunterà imbizzarrito)
Mizzi ch’es tantu cansadu (È molto stanco)
E non ‘nde podet piusu; (Non può andar oltre)
Finalmente a fundu in susu (Finalmente a testa in giù)
S’imbastu ‘nd ‘hat a bettare. (Il basto farà cadere)
Vedi anche:
Su patriottu sardu a sos feudatarios, testo completo (pdf scaricabile).