Situata su un basso promontorio che domina uno dei più bei golfi di tutto il Mediterraneo, se visitate Alghero avrete la possibilità di vedere numerose meraviglie architettoniche e naturali.
Alghero è stata fondata nel XII secolo dai genovesi, ma nel XIV secolo è stata conquistata dai catalani e per molti anni è stata sotto il loro dominio. La presenza catalana ad Alghero è stata così forte che la città ne ha assunto una forte identità, mantenendo ancora oggi una propria lingua, il “alguerès”, un dialetto con forti influenze catalane. Inoltre, l’architettura della città e alcune tradizioni culturali sono anch’esse di influenza catalana.
In questo articolo voglio parlarti di tutte le peculiarità di Alghero, ad iniziare dalla sua storia, per capire meglio il suo patrimonio artistico e architettonico, nonché culturale. Inizieremo il nostro tour visitando la città vecchia, con le sue antiche mura, la Cattedrale di Santa Maria e il Bastione della Maddalena. Lungo il porto si trovano il mercato degli agricoltori, il Museo del Corallo e il Teatro Civico. Altri luoghi interessanti includono la Grotta di Nettuno, le spiagge di Le Bombarde e Maria Pia, il Parco Naturale Regionale di Porto Conte e la necropoli preistorica di Anghelu Ruju.
Infine, parleremo del buon mangiare. Ad Alghero, si può godere della cucina locale, con piatti che attingono dalla tradizione sarda, ma anche da quella catalana. Inoltre, avremo modo di ricordare la lunga tradizione vinicola della cittadina.
Un po’ di storia su Alghero
Sul nome della città di Alghero si è disputato a lungo. Alcuni ritengono che derivi da Algeri o Algeciras, ovvero “golfo riparato con un’isoletta nel mezzo”. Mentre altri, lo associano ai cumuli di alghe che si formano sul golfo alla fine di ogni mareggiata. In effetti, il nome sardo S’Alighera, sembra proprio fare riferimento a quest’ultima ipotesi, così come il nome catalano della città, Alguèr (si legge Alghè, come la lingua che si parla da queste parti, l’Alghè).
Come in tanti ormai sanno, il sardo è una lingua che presenta numerose varianti dialettali, tra le più diffuse vi sono il Logudorese e il Campidanese. Mentre, ad Alghero, si parla una variante della lingua catalana di Barcellona e dintorni. Ciò è dovuto alla lunga permanenza dei catalani in città, che inizia nel periodo medievale.
Nella zona sono stati rivenuti numerosi reperti che testimoniano la presenza di insediamenti umani sin dal neolitico. Mentre, la presenza fenicia (contrariamente ad altre località della Sardegna) risulta scarsa.
Alghero conoscere la sua fondazione e un periodo piuttosto florido, a partire dal Medioevo, ed in particolare in seguito alla colonizzazione dei catalani.
Come Alghero è diventata una Barceloneta
La fondazione di Alghero si fa risalire al 1102 (anche se su questa data, non tutti gli storici sono concordi) ad opera dei Doria, una potente famiglia di nobili genovesi. Il basso promontorio su cui sorge, ha permesso la costruzione di bastioni che hanno protetto Alghero da incursioni nemiche e dalle mareggiate. Non a caso, è stata definita la città a forma di fortezza.
Nel 1353, sopo aver conquistato il resto della Sardegna, i catalano-aragonesi sono i signori anche di Alghero. Tuttavia, gli algheresi si ribellarono e, una volta cacciati i funzionari e la guarnigione catalana, issarono nuovamente la bandiera dei Doria. Per riconquistare la città si mosse il re d’Aragona in persona, Pietro IV detto il Cerimonioso. Il quale armato di una gran flotta, 45 galee e 50 navi da trasporto per soldati e cavalli, approdò sulle rive del golfo.
Il re decise di non attaccare subito, ma pose la città sotto un assedio di ferro e aspettò che gli algheresi si arrendessero per fame. Dopo cinque mesi la città si arrese. Nella cronaca della conquista, Pietro el Rey scrisse: “ed io entrai dalle porte della città, con gli stendardi al vento”.
Per evitare sommosse e tumulti, come primo provvedimento, il re spagnolo cacciò tutti gli abitanti di Alghero e la ripopolò con coloni catalani. Per convincere i nuovi coloni a raggiungere la città appena conquistata e a restarvi, il re concesse loro una serie di privilegi che finirono per farne la città favorita dei dominatori aragonesi.
Fu così che la città di Alghero crebbe rapidamente, completando la cerchia di mura e rafforzandola.
La visita ad Alghero di Carlo V
Nel 1541, mentre l’imperatore Carlo V si dirigeva verso la sfortunata impresa di Algeri, ordinò alla flotta una deviazione per poter ammirare la città di cui tanto aveva sentito parlare. Carlo V volle ammirare la città dal mare e dal suo entroterra, e infine la definì: bella e ben disposta sul territorio.
In quei giorni gli algheresi-catalani organizzarono feste e si parla anche di una sorta di Feria di San Farmino, per allietare l’imperatore e la flotta al suo seguito. Per ringraziarli della loro ospitalità, Carlo V proclamò gli algheresi “todos caballeros” (tutti cavalieri).
Il retrobament di Alghero
Nonostante siano passati diversi secoli, Alghero conserva ancora tanto di questo lungo bagno di civiltà catalana. Parliamo delle architetture in gotico-catalano di diverse chiese, delle tradizioni popolari come la Settimana Santa, ma anche canzoni, musiche e perfino giochi per bambini. Ma ciò che maggiormente gli algheresi di oggi hanno ereditato dal passato catalano è la lingua. Nei fatti ad Alghero si parla un antico catalano, oggi non più diffuso nemmeno nella regione spagnola. La stessa cittadina della Riviera del Corallo è localmente conosciuta come Alguer, il celebre capodanno come Cap d’Any, e così via.
Verso la fine dell’Ottocento, molti intellettuali catalani visitarono Alghero, così come molti algheresi si recarono in Catalogna. Grazie a questo intenso scambio ci fu il fenomeno denominato retrobament (ritrovamento). Ovvero, gli algheresi recuperavano la memoria e le loro radici, e Barcellona ritrovava la sua antica colonia.
Non a caso, Alghero è stata la località che per prima ha sperimentato i benefici delle attività turistiche in Sardegna, già all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso.
Cosa vedere ad Alghero?
Dopo la necessaria introduzione storica, parliamo di come si presenta la città oggi. Ci sono molte cose da vedere e da fare ad Alghero, di seguito troverai alcune idee.
Gli edifici di culto del centro storico di Alghero
Il centro storico di Alghero è caratterizzato da stradine lastricate, edifici antichi, bastioni sul mare e torri spagnole che circondano la città, nonché negozi di gioielli in corallo e artigianato artistico, ristorantini tipici. Iniziamo questo tour con gli edifici di culto.
La Cattedrale di Santa Maria Immacolata è uno dei principali punti di interesse di Alghero ed è situata nel cuore del centro storico della città. L’imponente campanile, che si eleva sopra la cappella centrale, presenta una pianta ottagonale, con una cuspide a piramide. Così come la cupola seicentesca che sovrasta il presbiterio. La chiesa venne eretta a partire dal XVI secolo, con diversi interventi successivi.
La Chiesa di San Francesco d’Assisi è un’altra importante attrazione di Alghero, che comprende il chiostro e il convento annesso. Costituisce uno dei massimi esempi di architettura gotico-catalana meglio conservato in Sardegna. La chiesa fu costruita nella prima metà del 1300, rifatta nel 1500 dopo un crollo e ristrutturata durante il XVIII secolo. Da vedere nella Chiesa di San Francesco:
- cappella del Santissimo Sacramento;
- chiostro romanico trecentesco;
- campanile a corpo esagonale e base quadrata;
- presbiterio con volta stellare;
- mensa dell’altar maggiore in arenaria risalente al ‘400;
- cappella di San Francesco, in cui è possibile ammirare il dipinto Incoronazione della Vergine Maria.
La chiesa di San Michele Arcangelo rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura barocca in Sardegna. Fu eretta su iniziativa dei Gesuiti nel XVII secolo, mentre le maioliche colorate che rivestono la cupola risalgono al XIX secolo. All’interno della Chiesa di San Michele si trovano due altari in stucco fastosamente decorati, così come gli scranni del coro sono a loro volta riccamente adornati.
Cosa vedere ad Alghero: torri e bastioni
Come abbiamo anticipato, come molte città dal passato illustre, anche Alghero era fortificata con mura, bastioni e torri a difesa della città. Ma, a differenza di molte altre località, Alghero conserva ancora circa il 70% delle sue imponenti costruzioni difensive.
I bastioni. Si ergono lungo la città vecchia a difesa da possibili attacchi provenienti dal mare. Sono dedicati a storici navigatori (Colombo, Magellano, ecc.) e oggi sono degli affascinati punti di ritrovo per gli algheresi e i turisti. Lungo i bastioni è possibile passeggiare e ammirare il paesaggio unico che si affaccia sul golfo, con la vista del promontorio di Capo Caccia all’orizzonte.
Torri. Elementi fondamentali di una fortificazione, all’interno della città se ne contano ben 7, la più importante della quali è la Torre dell’Esperò Rejal o di Sulis.
Le spiagge di Alghero
Alghero è famosa anche per le sue splendide spiagge.
Spiaggia di Maria Pia. Situata a nord di Alghero, la spiaggia di Maria Pia è una lunga distesa di sabbia bianca e fine, circondata da pinete e macchia mediterranea. Il mare è limpido e la spiaggia è attrezzata con docce, servizi igienici e chioschi.
Spiaggia delle Bombarde. Situata a circa 10 km da Alghero, la spiaggia delle Bombarde è una bellissima baia circondata da colline verdi e rocce di granito. La spiaggia è attrezzata con ombrelloni, lettini e servizi igienici, ed è molto popolare tra i turisti.
Spiaggia del Lazzaretto. Situata vicino alla spiaggia di Bombarde, la spiaggia di Lazzaretto è una piccola baia di sabbia bianca e fine, circondata da macchia mediterranea e pinete. La spiaggia è attrezzata con ombrelloni e lettini.
La Riserva Naturale di Porto Conte
Situata a pochi chilometri da Alghero, la Riserva Naturale di Porto Conte è un’area protetta che offre sentieri escursionistici, viste panoramiche e una grande varietà di flora e fauna.
Promontorio di Capo Caccia. La sua sagoma si può ammirare dalle spiagge e dai bastioni di Alghero. Il promontorio presenta numerose grotte, tra cui la famosa Grotta di Nettuno, una vista panoramica senza eguali e il faro di Capo Caccia.
Grotta di Nettuno. Si tratta di una grotta calcarea raggiungibile tramite un lungo percorso panoramico che offre una vista mozzafiato sulla costa e tramite la Escala del Cabirol (di oltre 600 gradini). Oppure, è possibile arrivare alla grotta via mare tramite il battello che salpa dal porto di Alghero. La grotta presenta delle suggestive sale caratterizzate da monumentali stalattiti e stalagmiti, come il Grande Organo e l’Acquasantiera.
Foresta demaniale Le Prigionette. In cui si trova l’oasi faunistica che ospita diversi daini, i cavallini della Giara, nonché gli asinelli bianchi. Il complesso forestale offre diversi percorsi escursionistici e punti di ristoro.
Cosa vedere ad Alghero: i siti archeologici
Necropoli di Anghelu Ruju. A pochi chilometri dal centro di Alghero, lungo la SP42 dei Due Mari, si trova uno dei complessi archeologici di età prenuragica più importanti ed estesi della Sardegna. La necropoli è costituita da domus de janas ipogee, perlopiù articolate (solo una è monocellulare). In base ai numerosi oggetti rinvenuti (tra cui vasi, statuette di dea madre, gioielli, armi), la necropoli risalirebbe al 3200-2800 a.C..
Nuraghe Palmavera. Tra le numerose cose da vedere, vi consigliamo una visita al complesso nuragico di Palmavera, che si trova a pochi chilometri da Alghero, lungo la statale 127bis che porta a Capo Caccia.
Cosa vedere ad Alghero: artigianato artistico
Alghero sorge nel tratto costiero della Sardegna nord-occidentale, nei cui fondali viene pescato da sempre il corallo rosso. Da cui la denominazione di Riviera del Corallo, localmente Costera del Corall. Contestualmente alla pesca si è sviluppata anche la lavorazione artistica del corallo, per ricavarne gioielli e ornamenti. Tra le viuzze del centro storico di Alghero è possibile trovare ancora oggi numerosi orafi che riproducono i gioielli della tradizione, ma anche oggetti di design moderni.
Oltre alla gioielleria, Alghero è nota anche per la vasta produzione di ceste utilizzate tradizionalmente per la pesca all’aragosta. Questi manufatti sono realizzati principalmente in giunco e polloni di olivastro.
Cosa mangiare ad Alghero?
Alghero non ha solo cose da vedere, ma anche da gustare. Infatti, come tutte le città costiere, anche la cucina algherese offre diversi piatti a base di pesce e crostacei.
Da provare l’aragosta alla catalana: il crostaceo viene lessato e servito su un letto di spicchi di pomodoro e cipolla, accompagnato da una salsetta a base di olio evo e succo di limone.
Con il solido passato catalano, non poteva mancare la paella algherese. La ricetta differisce dalla spagnola per l’utilizzo della fregola sarda al posto del riso.
Altri piatti che si possono gustare ad Alghero sono la coppazza (una zuppa di pesce) e gli spaghetti ai ricci di mare.
Tra i dolci ricordiamo la crema bruciata e il bianco mangiare (menjar blanc).
Conclusioni
Queste sono solo alcune idee di cose da vedere e fare ad Alghero. La città e la sua zona circostante hanno molto da offrire, quindi goditi il tuo soggiorno e scopri tutte le meraviglie di questa affascinante località.