L’Asparago selvatico sardo (asparagus acutifolius) è un arbusto spontaneo cespuglioso sempreverde, diffuso su tutto il territorio della Sardegna. Localmente è noto come Ispàrau (Logudoro), Sparàu (Campidano) o Ipàramu (Sulcis).

La germogliazione avviene tra i mesi di febbraio e aprile. Questo periodo può variare in base all’andamento della stagione.
La raccolta dei germogli giovani degli asparagi – detti turioni – avviene per taglio, mai per strappo. Questa pratica consente al cespo di riprodursi.
Nei mercati locali si trovano spesso in vendita confezionati in mazzetti, fissati alla base con una foglia di asfodelo.

Proprietà, benefici e valori nutrizionali dell’asparago selvatico
Tra gli effetti salutari degli asparagi sono note le proprietà diuretiche e disintossicanti.
Inoltre, sono ricchi di sali minerali, vitamine e sostanze energetiche. Hanno proprietà antiossidanti e proteggono i capillari.
Sono costituiti principalmente da acqua (92% circa) e apportano solo 24 kcal per 100 g. Inoltre hanno un indice glicemico molto basso. Sono privi di colesterolo e hanno un basso contenuto di sodio.
Tra i sali minerali ricordiamo in particolare il Potassio (253 mg/100 g). Mentre, per le vitamine, sono presenti la Vitamina C e le vitamine del gruppo B (1, 2, 3, 5). Da segnalare anche la presenza di folati, sostanze utili per la crescita, la riproduzione e per il funzionamento del sistema nervoso.

Gli Asparagi in cucina
Il consumo degli asparagi selvatici è consigliato previa cottura.
L’asparago selvatico sardo non va pelato. Tuttavia, la parte bassa dei turioni potrebbe risultare legnosa, pertanto va eliminata.
Prima di cucinarli mettere i germogli in ammollo in acqua fredda, con un po’ di bicarbonato, per circa 30 minuti. Sciacquarli bene sotto l’acqua corrente.
Una volta puliti e asciutti, possono essere utilizzati subito per la cottura, oppure conservati nel congelatore per un uso successivo.