Luxia Arrabiosa

Luxia Arrabiosa, la strega cicala

Luxia Arrabiosa e la leggenda della strega cicala

Nel passaggio dai riti pagani a quelli imposti dal cristianesimo, si intrecciano le leggende su Luxia Arrabiosa, conosciuta anche come Luxia Rabiosa, Lughia Arrabiosa, Luxia Rajosa, Lucia Arrabiosa o Lughia Rabbiosa.

Viene descritta come una strega ricca e avara, che viveva all’interno di un nuraghe circondata dai suoi beni. La leggenda narra che si trasformò in una cicala, per il dolore subito a seguito della perdita del suo fuso magico.

La leggenda di Luxia Arrabiosa

Luxia Arrabiosa era una donna  dal fisico possente e di indole cattiva.

Era molto ricca. Aveva diversi terreni e tanto bestiame, ma era avara come una formica.

Si narra che all’interno del suo nuraghe nascondesse mille giare piene d’olio e mille giare piene di grano.
Ma guai a chiederle anche solo mezzo chilo di grano. Le si deformava il viso, tanto da mettere in fuga i poveri mendicanti.

Luxia la notte filava e di giorno dormiva. Quando riposava era il suo fuso fatato a vegliare sulle ricchezze. Girava e ruotava vorticosamente attorno ai possedimenti, mentre ronzava e sibilava rumorosamente all’arrivo di qualche estraneo.

In quel tempo la gente era molto povera e guardava con invidia tutte le provviste accumulate da Luxia.

Capitò un’annata in cui il raccolto fu più scarso del solito e qualcuno, timidamente, chiese a Luxia Arrabiosa un po’ di grano per fare il pane.
Ma la strega, pur avendo provviste abbondanti, scacciò i malcapitati.

In seguito, un gruppo di giovani coraggiosi decise di tentare un furto. Una notte entrarono nel campo dove era custodito il bestiame e portarono via un gran numero di pecore e di buoi.
Quando i giovani rientrarono in paese divisero la carne con tutti gli abitanti.
L’indomani mattina, Luxia andò a controllare il bestiame e si accorse che il numero dei buoi, delle pecore e delle mucche non era più lo stesso. Era chiaro che qualcuno, durante la notte, le aveva rubato una parte del bestiame.

Da quel giorno Luxia vegliò con più attenzione sui suoi averi.

Quell’anno ci fu un inverno particolarmente rigido, il freddo era proprio tanto.
Due fratelli del paese erano così poveri da non avere neanche la legna per fare il fuoco. Decisero, così, di andare da Luxia Arrabiosa e rubare della legna da ardere.
Lughia aveva la legna nell’orto dove c’era un grande melograno fatato.
Quando uno dei fratelli passò sotto la pianta, dal ramo più alto, si staccò un melograno enorme che colpì l’uomo sulla testa, spaccandogliela come una melagrana matura.
Il secondo fratello scappò.

Il fuso fatato avvertì Luxia che accorse subito nell’orto e bloccò il ladro.
Ordinò al fuso fatato di buttarlo nel forno. Il fedele fuso cominciò a spingere quest’uomo sfortunato verso il forno. Ma proprio quando stava per finire dentro, l’uomo riuscì a prendere il fuso e a buttarlo nel fuoco.
Il fuso bruciò immediatamente.
L’uomo scappò e Luxia per il dolore della perdita del suo fuso, con il quale aveva trascorso tante notti a filare, si trasformò in cicala che tutt’oggi vola e frinisce attorno al suo nuraghe.

Curiosità

In alcune versioni della fiaba, per dimora di Luxia, si fa riferimento al nuraghe S. Barbara, presso il Monte Manai nel territorio di Macomer. E il paese da dove vengono i giovani ladri viene identificato come Mulargia.

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